P. Renzo Mandirola presenta P. Francesco Borghero

Il 10 dicembre 2015 la figura di P. Borghero è presentata nella sala del Munizioniere a Palazzo ducale a Genova.
Sono disponibili per l'ascolto i file dei vari interventi della serata.

  1. Introduzione P. Luigino Frattin    1422 KB
  2. Introduzione Don Marco Doldi     6560 KB
  3. Relazione su P. Borghero di P. Mandirola 10-12-2015    33022 KB
  4. Conclusione P. Luigino Frattin     8570 KB

Centocinquanta anni arrivavano nell’attuale Benin i primi missionari della SMA, i primi evangelizzatori di quella terra africana. Uno di questi è l’italiano P. Borghero.



Aveva lavorato prima in Egitto e poi in Nigeria sotto la guida del prefetto apostolico Carlo Zappa. Nel 1906 Mons. Steinmetz, SMA, succede a Mons. Dartois. Si apre una nuova pagina di storia della chiesa del Dahomey: termina il tempo della semina e inizia quello dell’organizzazione. La missione farà dei progressi sensibili. Primo fra tutti la volontà del vescovo di fondare un seminario che vide il 15 agosto 1928 l’ordinazione di Thomas Moulèro originario di Porto-Novo. Un africano diventava prete. Uguale agli altri preti missionari bianchi. Fu il primo di una lunga serie di preti dahomeani.

Nel 1934, Mons. Steinmetz si ritira e sarà Mons. Parisot SMA (fino allora rettore del seminario di Ouidah) che prenderà il testimone come vescovo di Cotonou. Nel 1956, centenario della SMA, ebbe come vescovo ausiliare, Mons. Bernardino Gantin, originario del Dahomey che diventerà arcivescovo nel 1960 e cardinale nel 1984.

Il 20 giugno 1993, la popolazione di Ronco Scrivia ha vissuto un momento indimenticabile. Alla presenza del Cardinal Bernardino Gantin, Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Decano del Sacro Collegio, veniva solennemente chiuso l’anno centenario della morte di Padre Francesco Borghero, primo missionario della S.M.A. italiana e fondatore della Chiesa Cattolica in Nigeria e Benin, paese d’origine, quest’ultimo, del Card. Gantin.

Da 150 anni la Chiesa del Benin ha accolto i semi della Buona novella della salvezza di Gesù Cristo e ora tutta la Chiesa locale è africana con 10 diocesi e 12 vescovi. Durante la celebrazione dell’apertura del Giubileo dei 150 anni di presenza del vangelo in Benin, Mons. Antoine Ganyé, vescovo di Dassa-Zoumé e presidente della Conferenza Episcopale del Benin, ha ordinato quattro giovani SMA, del Benin, preti e missionari di Gesù Cristo.

Durante la stessa cerimonia, due religiose della comunità delle Suore Nostra Signora degli Apostoli, (NSA) hanno celebrato il loro giubileo, rispettivamente di 50 e 76 anni di vita religiosa e sono Justine Djiffa e Laurinda Amorin.

Nell’anno 2011 e nel 150° anniversario dell’arrivo dei primi missionari ci sarà l’ordinazione del 1.000° prete diocesano del Benin. Così, la Chiesa locale vuole ringraziare e celebrare nella gioia, la forza dello Spirito Santo che, con difficoltà tante volte insormontabili, ha permesso alla Chiesa del Benin di crescere e di testimoniare Cristo in mezzo ai pagani.

Fin dal 1861, quasi 400 missionari della SMA sono sbarcati a Ouidah o a Cotonou per lavorare in questo paese. Così pure tante suore di Nostra Signora degli Apostoli. Molti Padri SMA sono morti prima di raggiungere i 30 anni! 63 di loro sono sepolti in questa terra che hanno tanto amato. Nel 1906, anno dei 50 anni della SMA, si potevano già contare, nei cimiteri della Costa, che va dalla Sierra Leone alla Nigeria, le tombe di 283 padri e fratelli SMA.

Il grano gettato in terra ha portato molto frutto!

Foto:
1. Il forte inglese a Ouidah (incisione dell'epoca)
2. Alunni della prima scuola della missione di Ouidah, in maggioranza ex-schiavi acquistati e liberati
3. Ricco mercante della città di Abeokuta, attuale Nigeria, visitata da p.Borghero
Il 18 aprile 1861 due missionari SMA, insieme al p. Francisco Fernandez sbarcò sulla spiaggia di Ouidah nell’antico Dahomey. Quando i primi missionari SMA arrivano in Dahomey vi trovano già dei battezzati. Alcuni sono ex-schiavi rientrati dal Brasile, altri sono stati battezzati da preti africani di passaggio al servizio delle guarnigioni portoghesi che occupavano i loro fortini militari lungo la costa.

Padre Borghero nasce a Ronco Scrivia, provincia e diocesi di Genova, il 19 luglio 1830.

È il primo di 12 figli: 6 maschi e sei femmine. Nel novembre 1849 lo troviamo nel seminario arcivescovile di Genova dove frequenta i corsi di filosofia e di teologia. Viene ordinato sacerdote il 27 dicembre 1854 e celebrerà la sua prima Messa a Santa Scolastica il 6 gennaio 1855 come monaco benedettino di Subiaco.

borghero (1)Nel giugno del 1858, incontra per caso a Roma Monsignor de Marion Brésillac, fondatore della S.M.A., che lo porta con sé a Lione. Dopo aver insegnato la teologia ai seminaristi della nascente comunità sma, arriva per lui il momento di partire per l’Africa: siamo all’inizio di gennaio del 1861.

Padre Borghero, a 30 anni, parte insieme a due confratelli: lo spagnolo p. Fernandez ed il francese p. Edde. Quest’ultimo purtroppo morirà a Freetown senza mai raggiungere il Dahomey.

Il 12 gennaio 1865 con dodici ragazzi lascerà la missione alla volta di Cadice in Spagna, rientrando definitivamente in Europa. La sua permanenza in Africa non è stata molto lunga, anche se lo era per quei tempi. Ma in quei pochi anni ha potuto intraprendere ed affrontare un’infinita varietà di situazioni che hanno mostrato le sue straordinarie doti.

Si dedica con passione e competenza a varie attività missionarie tra cui la cura degli ammalati. Anche la scuola ed il catechismo occupano il suo tempo. È pure un grande costruttore.

Il suo fine tatto diplomatico lo rende prezioso come intermediario per risolvere difficili conflitti. L’esperienza delle malattie e della morte dei suoi confratelli lo spingono a viaggiare da una parte all’altra del Vicariato per cercare posti più salubri dove i suoi missionari avrebbero potuto rimettersi in salute senza essere obbligati a ritornare spesso in Europa.

borghero (2)Le sue conoscenze di cartografia gli permettono di correggere le carte nautiche che trova e soprattutto di produrre lui stesso una cartina topografica che sarà pubblicata a Parigi nel 1866. Ma le qualità umane non possono far dimenticare le virtù che aveva: la bontà d’animo, l’umiltà, la completa dedizione al compito affidatogli, la fede e la pietà genuine che fanno di lui un “vero sacerdote” .

Passa gli ultimi anni della sua vita rendendo servizi pastorali al suo paese o nei dintorni.

A metà giugno del 1892, logorato dal cancro al fegato, raggiunge Ronco Scrivia dove la morte lo coglie il 16 ottobre. Quello che è lo stato del Benin attuale, Dahomey nel passato, ha cambiato molte volte il suo statuto ecclesiastico. Nel 1901 viene eretto il nuovo Vicariato Apostolico del Dahomey con i confini dell’attuale stato e p. Dartois viene consacrato vescovo.