Machiavelli,
invitato d’onore al Summit - Mauro Armanino
Adesso i
Paesi africani devono fare la loro parte riprendendosi i migranti. L’Alto
rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, Federica Mogherini,
ha sintetizzato assai bene la sostanza della “nuova” pagina aperta con il
Summit di Abidjan. Una pagina nuova? I governi e i funzionari europei come
quelli africani e i rappresentanti dell’Onu riuniti a quel tavolo sono artisti
consumati che recitano copioni ingialliti dal tempo e imparati a memoria nei
palazzi del potere. E’ l’antica lezione di Niccolò Machiavelli, consigliere dei
prìncipi e maestro della separazione della politica dall’etica. Il banchetto di
quel tavolo asimmetrico è apparecchiato da una parte sola, la solita. I poveri
sono tenuti lontano, dietro la porta, possono sperare, come sempre, tutt’al più
negli avanzi poco prima che si buttino via
In Africa si
trova bene come a casa sua. Machiavelli Niccolò, mentore di prìncipi e
ispiratore di re, in Africa si trova a suo agio. Per lui era cominciata bene
con Macron, il presidente banchiere della Francia che finge di prendere le
distanze dall’Africa. Ascoltato da 800 universitari scelti, preparati e
soprattutto addomesticati per acclamare l’oratore. Pagati fino alla vergogna di
applaudire l’insulto fatto al loro presidente, nel Burkina Faso, paragonato ad
un agente dell’ente dell’energia elettrica che non funziona. Machiavellico il
discorso, populista quanto basta per offrire le briciole di stoltezza imparata
a memoria dalle banconote e dal gruppo di potere Bilderberg, che lo ha accolto
come membro onorario. E non parliamo poi del Summit di Abidjan, in Costa
d’Avorio, che metteva attorno allo stesso tavolo l’Europa, l’Africa e le
Nazioni Unite in delegazione. Tutti allo stesso tavolo ma con porzioni
differenti.
Machiavelli
ha consigliato il principe sul modo di governare e sull’arte della guerra senza
fine come principio politico. Nella separazione tra etica e politica ha
finalmente trovato la quadratura del cerchio che nessuno aveva mai osato
realizzare prima. L’applicazione del principio funziona soprattutto per quelli
dell’altra parte del tavolo, che decidono il menu e gli invitati sostenibili al
banchetto. Gli invisibili ’Lazzaro’, che sono moltitudini, buttati fuori,
detenuti da qualche parte dietro un reticolato che li separa. La CNN che in
Libia ha mostrato al mondo ciò che il mondo ben sapeva, è riuscita a rendere
pubblico e riprovevole ciò che tutti amministravano. Artisti consumati dalle
frequentazioni di copioni imparati a memoria nei palazzi del potere. Sapevano
tutti degli schiavi, in Libia, nel Maghreb, tra le famiglie ‘bene’ delle
capitali, nei centri di identificazione e espulsione, a Ventimiglia, Calais,
Ceuta, Melilla, Nouadibou e Agadez per conoscenza.
Il piano è
riuscito a perfezione e ben oltre le aspettative. Si avvicinava il Summit,
bisognava pur giustificare le misure di salvezza dei migranti, vittime di
schiavisti, scafisti, mafiosi, umanitari e politici in cerca di voti a buon
mercato. Ce l’hanno fatta e hanno messo pure l’Africa (i politici indegni di
questo continente) nell’operazione. Liberare i migranti e (solo?) quelli che
vorranno saranno rimpatriati grazie alla solerzia della citatissima e
sacralizzata Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, OIM per i complici
e amici del capitale (umano beninteso). La perfidia machiavellica del piano è
apparsa in piena luce con la dichiarazione finale congiunta. Le solite cose che
mettono l’economia al primo posto e soprattutto affermano che il Summit ha
saputo ‘ascoltare’ i giovani. Peccato che la società civile, africana ed
europea, in riunione e in procinto di organizzare una marcia di protesta ad
Abidjan, sia stata sciolta a colpi di manganello e con l’aiuto di un’auto pick-
up targata ‘dono della comunità europea’, nuova di zecca.
Nicolò di Bernardo
dei Machiavelli, storico, filosofo, scrittore e drammaturgo, ha saputo dare
alla politica dei prìncipi e dei capi quanto fino ad allora mancava. L’assenza
di vergogna del termine machiavellico, che indica intelligenza acuta e
spregiudicata. La morale è una finzione letteraria e soprattutto sta al
servizio del potere di coloro che hanno occupato il tavolo e ciò che ci sta
sopra. Lui, Machiavelli, in Africa, nei regimi fantoccio condotti da presidenti
corrotti dai mandati elettorali senza fine, si trova da re, anzi da ‘principe’.
Il Summit di Abidjan lo ha confermato come ospite d‘onore. Soprattutto al
momento di domandarsi il perché, in questo tavolo asimmetrico, il menu e il
banchetto sono da una parte sola. I poveri sono tenuti lontano, dietro la porta
e al massimo sperano negli avanzi che si buttano via. Per i migranti in Libia
il tavolo del banchetto è diventato un gommone che naviga sulla sabbia,
innocente, del futuro.
Niamey,
dicembre 017
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