Corpi
Boureima è nato nel 94 nel Mali. Suo padre si chiama Yero e sua madre Bila. Di professione coltivatore non ha segni particolari. La carta d'identità che Sankaré Boureima ha smarrito porta l'impronta del dito indice sinistro. La Repubblica del Mali ha come motto un popolo, uno scopo e una fede. Appunto per questo c'è una guerra paracivile in atto. I chiamati islamisti avevano occupato la parte nord del paese e ora non si sa. I documento è valido tre anni ed è stato rilasciato l'anno scorso.I migranti che passano non possiedono nessun documento affidabile. Sono corpi indocumentati che infiltrano le frontiere e immaginano le cittadinanze. Alcuni accampano biglietti di transito e improbabili tessere calcistiche. Altri si azzardano a esibire la carta plastificata delle ultime elezioni celebrate al paese dieci anni prima.Sono corpi che attraversano altri corpi senza permesso di soggiorno. Arrivano occasionalmente a ritirare del denaro da qualche parente o amico tramite il cellulare o le banche della Wester Union. Sono corpi schedati dalle polizie nel mondo.
I corpi detenuti sono quelli che sono passati attraverso la grande tribolazione. Il deserto e le polizie dei paesi dove i migranti sono ostaggi del nulla. Detenuti perché viaggiano con documenti falsificati dalle circostanze. Imprigionati perché spostarsi senza credito è un reato passibile di condanna. Incarcerati per settimane e mesi e persino anni. Poi espulsi perché il deserto faccia la sua parte e sistemi una volta per tutte la faccenda. Sono corpi che portano l'impronta dei campi di identificazione e soprattutto di esclusione. Poco sofisticati metodi di controllo che riproducono gli stessi sistemi delle frontiere che si trasformano in reti metalliche. Corpi detenuti e torturati dalla fame e sete per mesi. Corpi che sopravvivono solo per raccontare quello che poi nessuno vorrà ascoltare per mancanza di tempo. Corpi che accadono da qualche parte all'improvviso. Corpi che ricordano quello che si dovrebbe dimenticare e dimenticano quello dovrebbero ricordare.
Sono corpi umiliati come la terra. Sono humus che feconda la terra. Sono polvere che tornerà alla polvere da cui sono scaturiti. Sono come Adama. Argilla rossa che si trova attaccata alle borse da viaggio che coprono le distanze. Corpi resi umili dalla fatica di vivere il viaggio che perseguita il viaggio. Prima erano loro a sceglierlo. Ora è il cammino che li sceglie per portarli dove non sanno. Sono corpi di argilla e di sabbia che si sposta. Sono corpi importati dal destino e sospesi al mercato dell'incertezza. Corpi umiliati dalle politiche di aggiustamento strutturale e dalle crescite delle economie che fanno lieti i banchieri. Corpi invenduti e disciplinati per le effimere resistenze che fanno sospettare la dignità perduta e ritrovata.
Sono corpi rubati all'anonimato delle cronache domenicali. Sono corpi assoldati dai passeurs per dare lavoro ai trafficanti. Sono corpi presi come ostaggi dal tempo che scappa indeciso. Sono corpi imprevedibili che si presentano con un sonno che arriva improvvviso. Sono corpi che dormono nei parcheggi delle compagnie di trasporto o nei camion.Sono corpi che domandano dove si trovano i connazionali per custodire i bagagli scampati all'assedio. Sono corpi imprestati ai notai della storia che ancora non si interessa di loro. Corpi resi opachi come la luce.
Sono i corpi glorificati delle donne. Quello stanco di Maggy che ha lasciato il figlio nel vicino Mali e passerà a prenderlo al ritorno. Il corpo di Patricia che ha una figlia di nome Jenny di 14 anni che vive con la nonna al paese. Il corpo di Mariam che ha lasciato i figli a Monrovia. Il corpo glorioso di Antoinette che si riflette in quello di sua figlia. Il corpo che avvolge l'altro corpo di Harry che si trova al settimo mese e non sa dove rinascere nel frattempo. Il giovane corpo di Gaelle che ha sfiorato l'asta pubblica delle notti di Niamey. Il corpo glorioso di Surprise che ha dato un volto a Angele che ha un anno e non sa ancora come e dove è nata. Il corpo di Rita attraversato dalla paura e quello di Juliette che deve trovarsi una casa perché finisce tardi la notte. Vuole diventare sarta e si è fatta da sola un vestito da sposa.
Mauro Armanino, Niamey, aprile 2013