TRANSITI

Bastano poche ore per cambiare il mondo. All'aeroporto Diori Amani di Niamey c'era una tempesta di sabbia e poi un temporale che ha ritardato arrivi e partenze. Gli annunci in francese e i saluti in Zerma con la complicità del caldo e della polvere che si nasconde negli occhi. Il decollo e l'altro mondo si presenta quasi subito. La celebrazione coi rifugiati era appena terminata e Bertrand diceva che a volte basta poco per tornare umani. Un pò d'acqua e una stretta di mano e da rifugiati invisibili si torna tra gli abitanti di questa terra. Quando sei nato non puoi più nasconderti affermava Bertrand. Voleva andare in Algeria e ha lasciato perdere la follia del sogno cher lo avrebbe condotto in detenzione a tempo indeterminato. Tornerà invece nel Cameroun non prima di essersi misurato ancora una volta col destino tortuoso della vita di migrante. L'areo della Turchish Air Lines sorvolava di notte il deserto dove la sabbia e il mare si nascondono come ladri. Si transita da un mare all'altro con la complicità della notte.

 

Bastano poche ore di areo per cambiare il linguaggio  dal francese al turco e infine in inglese. Accanto al finestrino nel sedile 8 A si siede l'aurora assieme alla colazione che precede la discesa verso Istambul. All'uscita dell'aeroporto seguono i controlli dei documenti e dei bagagli a mano. Cambia il colore dei volti e ora sono gli europei e gli asiatici che assiepano le entrate e le sale di attesa dell'aeroporto. Le scritte sono in turco con l'inglese come lingua franca per ogni tipo di passeggero in transito.L'altro mondo si avvicina con una classe di bambini provenienti da una scuola di Mumbai diretti a Milano. Accompagnano i primi tentativi di decollo con grida di sorpresa e applaudono quando l'aereo si posa all'aeroporto di Malpensa. Poche persone nei corridoi e il mondo altro che transita sotto gli occhi distratti dell' impiegato che osserva per un istante il timbro dell'aeroporto di partenza. Durante il volo gli annunci erano in italiano con la veloce traduzione in inglese. Turkish Air Lines ringrazia i passeggeri e spera di ritrovarli ancora per un altro viaggio in loro compagnia..

 

Bastano poche ore per trovare il mondo si era lasciato e perdere quello che con pazienza si era trovato. Giusto prima di partire Abdou Kader, che cammina con fatica, è passato a ritirare l'acqua. Fatica a parlare per una malattia e depone sulla porta le bottiglie che riempie per portare l'acqua fresca a chi glielo chiede. Moustafa racconta di sua moglie che vorrebbe iniziare un ristorante nel quantiere e cerca una medicina per curare la febbre tifoide. Titty che doveva partire con Christian che ha cinque mesi e non è più passata a ritirare il biglietto. Neppure Ammat, che si trova da qualche giorno a Niamey con Hawa e Marylane, non si è fatto vedere. Le poche ore di transito che separano il mondo sono state perquisite e poi detenute nelle aree di detenzione perché senza documenti. Per i migranti il viaggio invece non finisce mai. Passano gli anni e si affaccia il desiderio di tornare dove si era partiti per sognare col mondo.

 

Bastano poche ore e l'altro mondo si trova con la corrente senza interruzioni. Con le strade che collegano in fretta altre strade. Mancano però le macchine di occasione ferme in mezzo alla strada per un guasto qualsiasi. Non si trova la moto abbandonata al suolo in attesa della polizia municipale. Non si vedono i taxi parcheggiati come capita passando il mercato. Si incrociano in cambio i semafori funzionanti. Il mare che si affaccia con presunzione alla riva. Le colline che non si sono mosse di un passo e fingono perennità. L'aria fresca condita del verde delle recenti pioggie.  Il sapore semplice del paesaggio che si era imprestato alla memoria. Le parole che fingono di rimanere uguali. I volti che transitano dal ricordo del passato alla fragilità di un presente che migra.

Non si sono bambini che giocano nei cortili e rincorrono gli animali tra i sacchetti di plastica.

 

Bastano poche ore per cambiare di mondo. Per questo motivo Ulrich porta i capelli allo stile 'rasta'  ed è partito ad Arlit proprio ieri. Con una troupe composta da nigeriani stanno girando un film nello stile di Nollywood. La pellicola sarà sulle nuove schiavitù della tratta delle donne e dei migranti che si sviluppa nel Sahel. Ulrich ha promesso di tornare a Niamey subito dopo.

                                                                                       mauro armanino, casarza ligure, giugno 2013