L'Assunta di Niamey
Si chiama Lorenza e ha 21 anni scarsi senza permesso e documenti di identità. Arriva assieme alla pioggia del ferragosto di Niamey. Nessuno qui sa cos'è l'Assunta se non gli stranieri nei cui paesi si fa festa. Piange come fosse scappata da una statua dell'Addolorata. Invece della collana di perle indossa un rosario di plastica trasparente.Sceglie di farsi imbrogliare a Benin City in Nigeria. L'amico dell'amico si chiama col falso nome di Evans. Lei e altre due ragazze sbarcano a Niamey e sono portate fuori città per lavorare. Un pacco di preservativi e materiale igienico per iniziare a dare i Naira a chi ha organizzato il viaggio. Rifiuta l'impiego e prima di scappare è picchiata dall'amico Evans. Trova un mezzo di fortuna per il ritorno a Niamey. L'assunzione di Lorenza comincia a 21 anni lontano da casa.
Lui è uscito di prigione una settimana fa. Chiede di telefonare a chi potrebbe aiutarlo a partire. Dipinto di bianco come solo gli albini possono fare era stato imprigionato per un affare di droga e detenuto per 18 mesi. E' nigeriano e si chiama Samuel per distrazione. La festa dell’ Assunta è come il ferragosto altrove. Gli scivola tra le mani e si trasforma in una porta aperta dal destino. Poi scompare come era arrivato con le mani in tasca che contano i soldi del ritorno a casa.
Djibril è originario del Mali e la guerra lo ha spinto da Bamako al rifugio di Niamey. I suoi due figli sono dall’altra parte della frontiera dove hanno celebrato le elezioni da qualche giorno. Vincitori non ve ne sono perché hanno promosso generale chi ha fatto il colpo di stato. Fa il sarto e non si lamenta di nulla. Solo vorrebbe un posto più grande per confezionare nuovi stili di vita per tutti. Assume il suo tempo e se gli affari vanno bene farà i vestiti della festa ai suoi figli cresciuti. Dice che anche cucire la pace è un lavoro da sarti scappati dalla guerra.
Aretha porta un nome importante e ha lasciato i suoi due figli nel vicino Benin. Da sei mesi a Niamey porta il foulard come fosse una corona. Lavorava nell’hotel ‘Arc en Ciel’ come cassiera. Accusata dalle altre signore di complicità amorosa col datore di lavoro ha smarrito l’arcobaleno. Ora cerca un altro lavoro e si ammala per tenersi occupata. La malaria si moltiplica specie nella stagione delle pioggie. Anche per l’Assunta le farmacie sono aperte per chi ha i soldi da pagare.
Jean Jacques sbarca da una panchina dove era seduto da sempre. In fuga dal Congo dove succede solo la guerra si è perso nel Burkina Faso. Arriva nel Niger per inseguire un amico invisibile che non l’ha mai invitato. E’artista e pittore di professione. Quando necessario se la cava anche per cucinare quello che non ha. Peccato sia senza lavoro e senza documenti. Per la festa avrebbero anche potuto fare una sanatoria dei nomi e delle frontiere. Una casa invece l’ha trovata con l’anticipo onesto di due mensilità. Voleva vendere il cellulare per pagare chi l’ha aiutato a trovarla. Un giorno l’amico smarrito potrebbe chiamarlo.
Israel lavora in un cantiere inesistente. Quando arriva per lavorare non trova chi lo riceva e quando inizia il lavoro lo chiamano da un’altra parte.Sta preparando i documenti per essere riconosciuto come rifugiato da quel Congo che ora cerca di ricordare. Domattina si presenterà di nuovo al capocantiere che arriva in ritardo quando piove. E’ riuscito a lavorare un giorno e il successivo l’hanno licenziato per riprenderlo il giorno dopo. Dice che non ha mangiato dalla mattina e si assopisce nel pomeriggio della festa. Ha 33 anni ancora da cominciare.
Si chiama Lorenza e piange seduta sulla sedia. Suo padre è morto l’annno scorso e lei ha due sorelle e un fratello. Doveva in cambio pagare alcune migliaia di euro ai trafficanti che l’hanno venduta col suo consenso. Le avevano promesso un lavoro redditizio lontano. Evans l’ha riempita di botte perché aveva capito tardi quello che doveva fare. Non avrebbe mai immaginato che il commercio del suo corpo avrebbe potuto interessare l’Assunta.
mauro armanino,niamey, 15 agosto 2013