Il pennello d'oro
Si chiama così un laboratorio che fabbrica scritte a seconda delle occasioni. Pannelli stradali, avvisi pubblicitari e insegne per le ultime ONG piovute sul mercato. Gli striscioni sono dipinti per le numerose giornate internazionali e regionali. Resistono un paio di giorni.Vengono appesi attorno alle rotonde che costellano le istituzioni della città di Niamey. La rotonda della Giustizia è centrale come ci si attende da una repubblica presidenziale come il Niger. Si gira attono e da una parte si costeggia l'entrata principale dell'ospedale nazionale di Niamey. Girando ancora si imbocca la strada dell'uranio col palazzo di Areva che ne gestisce i proventi. Accanto c'è il palazzo degli uffici dei cinesi che rincorrono il petrolio e non disdegnano le altre materie prime. Ruotando ancora c'è il palazzo della posta che funziona meglio delle nuove tecnologie d'avanguardia. La rotonda scende a lambire la Corte dei Conti che tornano solo per qualcuno. Poi continua verso il museo che di vivo ha solo gli animali che inseguono il cibo che neppure la gente possiede.
Cento per Cento Chic Coiffure. La totalità offerta dal parrucchiere non poteva essere meglio rappresentata.Ci sono i capelli finti per le signore che desiderano cambiare di formato e di colore a seconda dei giorni e delle circostanze. Il cento per cento non lascia margini all' errore. Le mode cambiano e all'inizio dell'anno scolastico si fanno più morigerate per le studentesse. Il velo copre per scoprire e indurre alla tentazione del dialogo islamico ravvicinato. La banca islamica augura il benvenuto a Niamey uscendo dall'aeroporto. Gli altri pannelli ricordano che un'altra economia è negli interessi della festa ormai prossima della Tabaski. Il capro espiatorio poi condiviso dalla famiglia comincia a fare la sua apparizione sui pannelli pubblicitari. Immacolato come le tasche di coloro che si azzarderanno ad acquistarlo mentre i prezzi salgono irragiungibili. Eppure non sarà possibile privarsene. I pali saranno infitti nel suolo e preparati per avvolgere le porzioni del capro macellato. Il denso fumo avvolgerà poi la citta per un paio di giorni e la trasforma in un crocevia irresistibile di sapori.
L’ultima rotonda è appena stata inaugurata dal presidente. La sopraelevata di Niamey si presenta come prima opera di modernizzazione della capitale del paese. Il boulevard Mali Bero va verso l’aeroporto o Yantala e la strada di Tillaberi. La strada che passa davanti lo stadio e segue verso la Francofonia si incrociano nella rotonda. Alcuni miliardi per il prestigio e lo snellimento di un traffico che le auto d’occasione rendono problematico. Sono le 4 per 4 con ancora scritto LOME sui finestrini. Le chiamano le macchine ‘Au Revoir’ o le ‘Vénue’. Arrivano coi containers e poi guidate dal porto del Togo fino al Niger. Fanno la rotonda e a volte non la completano. Salta una ruota o un asse di trasmissione. O allora è l’incidente nel quale le auto non si possono muovere finché non arriva la polizia stradale. La rotonda si trasforma presto in un girone senza sbocco sul mare. I colpi di stato militari del Niger rispondo alla logica delle rotonde senza fine. I vigili osservano attentamente i loro cellulari come fosse l’unica realtà che faccia funzionare il traffico. I semafori sono superati dalle convenzioni stradali e dalla legge del mezzo più pesante. I camion soffocati di legna hanno la precedenza assoluta dopo i cortei presidenziali.
Un salone di bellezza si chiama SHALUM. Vezzeggiativo di Shalom o Salam che ricordano la pace impossibile finchè non si invita a pranzo la giustizia. I poveri non hanno ancora trovato il vestito adatto per entrare alla festa. C’è una quantità impressionante di sartorie che assicurano la migliore delle ipotesi vestiarie. Le macchine da cucire migranti si spostano con un paio di forbici che cantano il ritmo dimenticato delle sartorie precarie. Altre adibite con le manovelle a mano e i pedali con l’impronta inconfondibile dei Cinesi. Singer si trasforma in Sincère. La sincerità che l’abito non fa il monaco e magari lo copre con un velo. Si vedono appena gli occhi quando alcune signore attraversano la strada. Vestite di nero con il cellulare e la borsa da spesa si nascondono per apparire più vicine ai passanti della capitale.
L’altra rotonda porta al nuovo ponte di Niamey. Si confonde da qualche parte e non scoraggia
nessuno dei viaggiatori che transitano. Si orienta senza saperlo e non assicura l’arrivo in tempo.
mauro armanino, niamey,settembre 2013